La personale Geometrie in movimento di Luigi Ravasio a Cagliari racconta le suggestioni di un artista che si esprime attraverso una rara sensibilità ricca di emozioni e sorprende l’osservatore nel cogliere il significato più nascosto delle sue rappresentazioni.
L’Artista nasce nel 1930. Certamente la sua predisposizione verso l’Arte gli viene trasmessa nel suo DNA.
Anche la sua famiglia vive con grande maestria la cultura verso l’Arte, sperimentando diverse tecniche espressive, in un continuo processo dialettico seguendo studi filosofici. Tutti i fratelli vissero una grande intuizione e sensibilità verso l’Arte e la musica.
La moglie Bianca fu la sua “Musa”, che lo supportò e lo sostenne nel suo percorso artistico, con l’affettuosa vicinanza dei figli Giuditta, Silvia e Stefano.
Luigi Ravasio descrive il suo alfabeto creativo con perfette geometrie, mai statiche ma ricche di movimenti e vibrazioni che si fondono in una sapiente struttura compositiva, modulata totalmente da colori ad olio, come una scala musicale.
Nel 1948/49 l’Artista conclude gli studi umanistici ed in seguito a questa esperienza si iscrive al Liceo Artistico di Brera a Milano.
La sua conoscenza dell’Arte grafica e filosofica, ispirata alla concezione greca euclidea della matematica, che ha accompagnato l’impianto concettuale, caratterizzando per millenni la disciplina del sapere aritmetrico con una sua indiscussa validità sino al XIX secolo, gli permette di far esplodere la sua passione verso le nuove ricerche ed avanguardie artistiche, dove il colore rappresenta l’elemento costruttivo dei suoi quadri.
A Brera acquisisce piena coscienza di se stesso. Si interessa alla filosofia concettuale sostenendo che la natura è nient’altro che una manifestazione dello spirito. Il soggetto (le idee artistiche come metafora) è già spirito naturalizzato, ovvero oggetto incarnato reso visibile secondo un pensiero hegheliano che determinerà la cosiddetta “crisi” dell’Arte classica.
Ravasio sposa questo pensiero, ponendo al centro della sua creatività di artista un’apparente geometrizzazione delle forme che si esprimono con continuo movimento, trasformandosi in un laboratorio di indagini, proiettato verso continue sperimentazioni e, con rinnovati stimoli, libera la forma creativa intesa in modo tradizionale, trasformando le sue geometrie in continue spirali che ci appaiono simili ad un caleidoscopio, come archetipo delle sue aspirazioni, dove il colore e la luce ne assecondano il moto, dove l’insieme è la circolarità del tutto e dove prevalgono le pulsioni che danno energia al linguaggio delle sue geometrie in movimento, prive di sgrammaticature di maniera.
L’Artista è figlio del suo tempo in quanto la sua matrice espressiva è una sintesi delle Avanguardie Europee dal Futurismo sino ai giorni nostri.
I volteggi dei suoi elaborati sono ottenuti in maniera fantastica, dove forme, spazi e colori esprimono un magistrale ed esclusivo impiego della matita, attento e vibrante, senza quindi ricorrere alla creazione di forme elaborate da computer, e dove l’uso dei pennelli riempie gli spazi, con vivaci colori, impiegando unicamente la tecnica ad olio, amalgamati tra tonalità calde e fredde, fluide nel loro insieme, facendoci percepire una visione tridimensionale delle sue creazioni, prospetticamente aerea, e coinvolgendo l’osservatore in maniera diretta ed emotiva.
Tutta la sua produzione artistica è un ininterrotto amalgama, ricco di ansietà espressiva di un artista che si pone come esploratore, dove il tutto si dipana verso immagini, conformazioni, forme solari e ritmi rafforzati da un occhio che possiede una doppia capacità di guardare e di guardarsi, di osservare e di osservarsi all’interno del suo “fare arte”.
Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private, nazionali e straniere.